Lo ha detto la Cassazione. Nella sua ordinanza n. 17415 ha stabilito che nel caso una banca accrediti un pagamento su un IBAN sbagliato fornito dal mittente del bonifico, invece che al beneficiario corretto, è responsabile nei confronti del beneficiario non soddisfatto.
Questo, sempre a meno che la banca possa dimostrare di aver preso tutte le precauzioni necessarie per evitare l’errore o di aver aiutato il mittente a individuare il destinatario del pagamento, anche fornendo i dati anagrafici o societari del destinatario se necessario. E la privacy? Sempre sancito dalla Cassazione, l’interesse a ricevere il pagamento è considerato più importante anche dei vincoli della privacy.
In ogni circostanza, se i fornitori di servizi di pagamento sono a conoscenza di un errore nell’IBAN indicato, devono garantire che il pagamento venga effettuato correttamente. In caso contrario, il loro operato è ritenuto deliberatamente lesivo degli interessi del cliente.