Owner del controllo di bilancio e della pianificazione strategica, certamente, ma anche guardiano della resilienza aziendale. Il ruolo del CFO è oggi investito anche delle tematiche relative alla gestione del rischio. Anticipare gli scenari e predisporre contromisure rientra totalmente nelle competenze dell’area finance.

A vederla in modo costruttivo, il risk management si trasforma in una lente per leggere la complessità, permettendo di individuare le vulnerabilità per trasformarle in opportunità di miglioramento.
L’indebitamento, la volatilità dei mercati o il cambio valutario sono ovviamente variabili da tenere sotto stretta osservazione, ma una corretta gestione del rischio si estende anche ad altri fattori:
- Rischi operativi: interruzioni di produzione, dipendenza da fornitori chiave, errori di processo;
- Rischi tecnologici: attracchi cyber, malfunzionamenti IT, perdita di dati sensibili;
- Rischi reputazionali: crisi comunicative, controversie ESG, mancata trasparenza;
- Rischi normativi e di compliance: nuove regolamentazioni fiscali, ambientali e commerciali.
Integrare questi aspetti in un framework coerente significa preparare l’azienda a navigare l’incertezza, non subirla.
In soccorso dei CFO ci sono strumenti tecnologici evoluti che permettono di sviluppare analisi predittive basate su dati, modelli di scenario, dashboard integrate. Il punto centrale, tuttavia, è di carattere culturale. La gestione del rischio funziona solo se diventa parte del DNA aziendale, coinvolgendo tutte le funzioni e orientando le decisioni quotidiane.
La leadership finanziaria si esprime oggi anche attraverso una gestione strategica del rischio. In un mondo dove l’imprevisto è la norma, la capacità di anticipare, mitigare e persino valorizzare il rischio diventa la chiave per garantire crescita sostenibile e continuità aziendale.