Oltre mille e quattrocento miliardi di unità nel 2023, con la stima che toccheranno quota 1.650 miliardi nel 2024. Le transazioni senza contante sono in continua ed esponenziale crescita considerando che, entro il 2028, l’ammontare complessivo dei movimenti potrebbe arrivare a 2.838 miliardi.
I dati vengono rilevati dalla ventesima edizione del “World Payments Report 2025” realizzato dal Capgemini Research Institute. Lo studio traccia un quadro di un settore in profonda trasformazione, considerando che, dalla prima edizione del 2004, si è assistito a un’evoluzione che ha visto l’adozione di tecnologie digitali come i portafogli elettronici, i pagamenti peer-to-peer (P2P) e le transazioni contactless.
Cosa abbia alimentato questa crescita è identificato, in primo luogo, nella ricerca da parte degli utenti di modalità di pagamento veloci e semplici. Naturalmente una spinta rilevante è stata l’affermazione dell’e-commerce che, secondo il 77% dei dirigenti del settore dei pagamenti, è senza dubbio il principale fattore alla base della transizione verso i pagamenti digitali.
Si diceva della semplicità delle transazioni senza contanti. Ma esiste anche un tema di costi se si pensa che questa tipologia di pagamenti account-to-account (A2A) coniuga efficienza e costi decisamente inferiori rispetto ai tradizionali circuiti bancari. Secondo il World Payments Report, “queste soluzioni potrebbero erodere tra il 15% e il 25% della crescita delle transazioni su carta, mettendo a rischio miliardi di dollari di entrate per gli operatori tradizionali, che attualmente fanno affidamento sulle commissioni interbancarie e sugli interessi”.
Sul tavolo esistono, poi, iniziative come l’European Payments Initiative (EPI) che, con il lancio del portafoglio digitale Wero, è destinata a fornire un’ulteriore spinta alla modalità A2A nei pagamenti.
A fronte di questo quadro piuttosto delineato, le banche stanno faticando a adeguarsi. Il report di Capgemini Research Institute mette in luce come, ad oggi, solo il 25% delle banche può ricevere pagamenti istantanei. L’ostacolo principale a una più ampia adozione, segnala il report, sono i timori legati alle frodi e ai problemi di liquidità.
Un ulteriore focus presente nel report è relativo alla direttiva europea sui servizi di pagamento (PSD2). Si sottolinea come quest’ultima abbia sostanzialmente aperto la strada all’open finance, la cui adozione a livello globale è ancora scarsa a causa di normative e strategie non uniformi. Capgemini nota come solo il 17% delle banche si trovi in una fase avanzata di sperimentazione o implementazione di servizi di open finance, mentre il 39% sta ancora valutando il suo impatto.
Per andare alla pagina dedicata e scaricare il report completo: https://shorturl.at/rIFAI