Banca d’Italia sulla stabilità del nostro Paese

Fresco di pubblicazione, il 22 novembre scorso, il Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato dalla Banca d’Italia fornisce un quadro esaustivo di come l’Italia sta affrontando questa congiuntura. Tra conflitti geopolitici e criticità economiche, conoscere i fondamentali che sorreggono il sistema Paese diviene cruciali.

A livello generale, il contesto macrofinanziario appare stabile anche se naturalmente non mancano campanelli d’allarme generati, come nel resto del mondo, dalle tensioni geopolitiche. Nel nostro caso, poi, si inserisce un ulteriore elemento di preoccupazione legato al nostro altissimo debito pubblico.

Un dato incoraggiante è da riferirsi al famoso spread.  Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è infatti in calo, segno tangibile di un quadro complessivo di stabilità finanziaria.

Anche nello specifico dei diversi settori economici, il report della Banca d’Italia ci fornisce alcuni elementi di riflessione interessanti.

Partiamo dal mercato immobiliare che evidenzia segnali di ripresa. I prezzi delle abitazioni continuano a crescere, anche se restano inferiori ai livelli pre-pandemia. Le compravendite di immobili, pur mantenendosi stabili, potrebbero beneficiare a breve di una crescita in ragione di una domanda che si sta rafforzando, anche se non in misura consistente.

Migliora il reddito disponibile per le famiglie. Questo si traduce anche in una ripresa degli investimenti in titoli pubblici e strumenti di risparmio gestito, segno di una fiducia in consolidamento.

Per le imprese, luci e ombre. Le prime sono rappresentate da una generale riduzione del debito finanziario, da un miglioramento della liquidità aziendale e dalla diminuzione dei costi per finanziarsi. Note non positive, una moderata contrazione generalizzata dei profitti, in particolari per settori come il manifatturiero e le costruzioni.

Le banche italiane invece crescono. Anche se si profilano all’orizzonte alcune criticità legate alla riduzione dei margini di interesse, il sistema creditizio italiano rivela una solidità patrimoniale superiore alla media europea. Tra i punti di attenzione costantemente all’ordine del giorno i rischi cibernetici e operativi, sui quali è fondamentale proseguire ad investire per garantire sicurezza e resilienza.

Come per le banche, anche il comparto assicurativo e del risparmio gestito presenta una patrimonializzazione stabile. La raccolta netta dei fondi comuni è tornata positiva, segnalando un rafforzamento del settore, con rischi complessivamente contenuti.

Infine, un dato interessante e degno di attenzione è il notevole incremento dei certificates detenuti dalle famiglie italiane.  A giugno 2024 ha raggiunto i 56 miliardi di euro (erano 44 miliardi alla metà del 2023). Dopo i titoli di Stato, questi prodotti finanziari sono certamente i più numerosi presenti nel portafoglio delle famiglie. Considerando la loro complessità, questa tipologia di investimento potrebbe rappresentare un elemento critico in caso di peggioramento del quadro economico e finanziario.