La rivoluzione Open Banking

Da scrigni imperscrutabili a organizzazioni aperte al mercato. Semplificando, è questo il percorso definito per le banche previsto dalla Payment Services Directive 2 (PSD2), la direttiva europea sui pagamenti digitali emanata nel 2018, ma effettivamente operativa dal 2021.

La norma introduce di fatto l’Open Banking, il sistema bancario basato su dati aperti, che prevede che le informazioni finanziarie detenute dalle banche siano condivise, naturalmente con l’autorizzazione del cliente, con società esterne che possono così offrire servizi innovativi alla clientela.

In pratica, la PSD2 ha fatto in modo che i sistemi bancari tradizionali aprissero le interfacce di programmazione delle loro applicazioni (API), che supportano le transazioni e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, a sviluppatori terzi. Ne consegue che tali soggetti terzi autorizzati sono in grado, previo consenso al trattamento in accordo al GDPR, di accedere a saldi, dettagli di spesa, entrate e uscite dei conti bancari.

L’era della coopetition finanziaria

È evidente che questa rivoluzione comporta la nascita di uno spazio che si situa tra la cooperazione e la competizione tra le banche e le società finanziare che operano sul mercato. Da qui il termine “coopetition”. Al momento si sta assistendo più al fenomeno della cooperazione che vede le banche tradizionali collaborare con fintech e startup per innovare prodotti e servizi, rendendoli più vicini alle esigenze dei clienti.

Nello specifico, sono tre le tipologie di servizi che possono essere erogati in modalità Open Banking:

• AIS – Account Information Service. Servizi che analizzano e aggregano i dati relativi al conto e i comportamenti di spesa rilevati su diverse banche, rendendoli fruibili su un’unica piattaforma.
• PIS – Payment Initiation Service. I servizi più propriamente destinanti alla gestione delle transazioni dell’utente.
• CISP – Card Issuing Service. I servizi di emissione di carte di debito di soggetti terzi appoggiate a conti bancari.

Benefici e punti di attenzione

Di fatto, il primo grande vantaggio dell’Open Banking è l’apertura del mercato, prima monopolio delle banche, che consentirà a società fintech o comunque esperte del settore di offrire servizi e prodotti, allargando di fatto le opportunità per i consumatori.

Un primo concreto esempio è la possibilità di vedere eliminate i costi delle intermediazioni bancarie degli acquisti online sulle piattaforme e-commerce. Chi offre prodotti e servizi sul web potrà infatti, con il permesso del titolare della carta, accederà direttamente al conto, senza passare dal circuito della carta e abbassando così i costi delle commissioni.

L’ interoperabilità è senza dubbio un ulteriore beneficio legato all’Open Banking. La possibilità di far dialogare piattaforme diverse consentirà di gestire e aggregare in un’unica dashboard i conti correnti o le carte di pagamento attive su istituti di credito differenti. Questo impatta anche sul miglioramento per i clienti dal punto di vista del monitoraggio della propria situazione finanziaria.

Aumenta poi il grado di tracciabilità delle operazioni. Questo aspetto è rilevante, per esempio, in caso di analisi della solidità creditizia (credit scoring). Nel caso di richiesta di prestiti da parte dei clienti, l’accesso a un numero più ampio di dati aperti permetterà ai finanziatori una vista più completa.

Il punto di attenzione, invece, è pressoché sempre quello, la sicurezza.  Pur essendo importante sottolineare che solo gli operatori certificati dalle Autorità finanziarie sono abilitati a operare in modalità Open Banking, è evidente che la maggiore apertura, esposizione e condivisione dei dati finanziari, per definizione sensibili, crea un legittimo timore che deve essere affrontato attraverso la continua attività di irrobustimento dei sistemi di sicurezza informatica.

Open Banking: un mercato in forte crescita

Secondo uno studio condotto dall’istituto di ricerca Allied Market Research, entro il 2026 il valore del mercato Open Banking a livello globale supererà i 43 miliardi di dollari, registrando un tasso di crescita annuale del 24,4%.

Secondi i dati di Banca d’Italia, nel 2022, il numero di utenti attivi nel sistema di Open Banking nel nostro Paese è stato di circa 1 milione di persone, con proiezioni che stimano una crescita fino a 10 milioni entro il 2025.

Un’ulteriore conferma arriva dal Market Outlook realizzato da CRIF, che ha confermato una tendenza positiva nell’adozione dell’Open Banking in Italia. Nel primo semestre 2023, si è assistito a un aumento del 30%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del numero di utenti che hanno connesso almeno un conto.