Prossima frontiera … reporting integrato europeo

Prendere decisioni è sempre complicato. Se poi, alla base di queste non ci sono informazioni precise e complete, si rischia davvero di sbagliare in maniera macroscopica.

Parte da qui, il progetto avviato dal Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) che prevede, entro il 2027, di portare a compimento l’Integrated Reporting Framework. Si tratta di un lavoro rilevante finalizzato a standardizzare e armonizzare i requisiti di reporting statistico a livello europeo, riducendo al contempo l’onere burocratico e migliorando la qualità dei dati.

Questa esigenza nasce sulla scorta di una serie di criticità che le banche europee stanno sperimentando quando redigono i loro documenti di reporting. In particolare, si assiste a fattispecie come le seguenti:

• Double-reporting. Non è raro che le informazioni vengano duplicate, generando evidentemente un impatto in termini di costi e inefficienze
• Scarsa qualità dei dati. Errori originari nell’imputazione e successivi controlli manuali possono causare criticità aumentando i rischi operativi
• Eterogeneità regolamentare. Ogni Banca Centrale Nazionale utilizza standard diversi
• Costi elevati. Processi non standardizzati e armonizzati pesano sui bilanci delle istituzioni

Ai limiti sopra evidenziati, il nuovo framework intende sopperire definendo alcuni principi fondamentali per la costruzione dei report. Innanzitutto, si parte dal concetto di standardizzazione in modo da fornire a tutti gli istituti europei un unico set di regole per il reporting statistico.

Una seconda linea di indirizzo riguarda l’introduzione di un’automazione spinta per la produzione dei documenti, in modo da ottimizzare il processo e ridurre al minimo gli interventi manuali, fonte sovente di errori.

Un terzo aspetto, che si lega a una tendenza alla sburocratizzazione, è connesso al concetto di proporzionalità. Il framework contempla, infatti, obblighi di reporting differenziati in base alla dimensione delle banche.

Infine, un occhio alla razionalizzazione dei costi, attraverso l’eliminazione dei report ridondanti e l’ottimizzazione dei controlli sui dati granulari.

Dopo che dal 2020 al 2023 è stata effettuata l’analisi dei costi-benefici e il feedback degli stakeholder, le fasi di lavoro per l’introduzione dell’Integrated Reporting Framework prevedono che, entro il 2026, vi sia la definizione del regolamento e un periodo di consultazione, per arrivare a una definitiva adozione operativa nel 2027.

Che impatto avrà l’introduzione di questa standardizzazione dei report per le banche? Certamente dovranno operare per un adeguamento dei loro sistemi IT che prevedano l’introduzione di nuovi strumenti software per il data management e l’automazione dei controlli. Inoltre, come sempre, sarà essenziale ridisegnare, almeno parzialmente, le funzioni e i ruoli organizzativi per supportare le esigenze di reporting integrato, coinvolgendo eventualmente stakeholder esterni e provider di dati affinché alimentino i report con informazioni di qualità.

I benefici che ci si aspettano dalla standardizzazione a livello europeo dei report bancari sono facilmente intuibili. Un’eliminazione della duplicazione dei dati, con relativa riduzione dei costi di gestione, una maggiore efficienza operativa, grazie a processi automatizzati e semplificati, e una migliore trasparenza con un significativo ritorno dal punto di vista della reputazione e della fiducia da parte degli stakeholder.